Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL
Roma, 9 luglio – Apprendiamo dalla discussione che si sta svolgendo in queste ore alla Camera per la conversione in legge del decreto Scuola, che il governo non desiste dal suo insano progetto di aumentare il numero dei componenti del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione da 36 a 45, lasciando inalterata la componente elettiva a 18 membri e aumentando quella ministeriale da 18 a 27 componenti.
L’intento è chiaro: far tacere il Consiglio sui provvedimenti oggetto di relazioni sindacali come graduatorie, supplenze, bandi concorso, valutazione, riducendo drasticamente il numero delle materie soggette al parere obbligatorio del CSPI. Da una parte si depotenzia il Consiglio diminuendone la composizione delle rappresentanze della scuola e dall’altra se ne riduce la competenza e l’incidenza.
Non intravediamo, tra l’altro, quale sia il carattere d’urgenza per mettere mano, tramite un decreto legge, alla composizione e alle competenze di un organo collegiale le cui votazioni per il rinnovo si sono concluse solo due mesi fa. Questa operazione si configura come un vero e proprio insulto alla scuola e a tutto il personale scolastico che, con una partecipazione ben più alta (il 50%) di quella a cui siamo solitamente abituati in altre consultazioni, ha dimostrato di avere un grande senso di responsabilità professionale e sociale.
Il relatore del provvedimento ha proposto l’accantonamento di questi emendamenti noi, invece, ne chiediamo con forza lo stralcio. Questi colpi di mano non fanno il bene di nessuno: lo stesso ministro, con questa operazione, si priva dell’autorevolezza dei pareri di un organismo equilibrato nella composizione e coerente nelle funzioni.